Treni 2000 on line


La linea ferroviaria Torino - Modane

Gianni Margiotta

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Il materiale rotabile del fréjus

 

Treno espresso Lyon - Torino P.N. costituito da carrozze Corail SNCF, al traino della E656.173, nei pressi della stazione Torino S. Paolo.

Foto: Gianni Margiotta  - Novembre 1985.

 
L’epoca del vapore

Dall’inaugurazione della linea e durante l’esercizio e vapore, sulla Torino-Modane si impiegarono tipi diversi di macchine, a seconda dei servizi che erano chiamate a svolgere. Fra queste si possono ricordare quelle dei gruppi 400, 420, 470 e 510. In seguito all’acquisizione della linea da parte delle F.S., sulla linea circolarono anche macchine dei Gruppi 625, 640, 735, 740 e 685; queste ultime, sulla tratta Torino–Bussoleno, offrivano prestazioni, in termini di velocità, superiori al successivo esercizio in corrente trifase.

Anche se nella parte alta della linea le locomotive 640 non erano usuali, questo treno speciale presso Chiomonte rievoca il passato della trazione a vapore.

Foto: Paolo Burdizzo - 23/6/2002.

 

 

L’epoca del trifase

Per l’esercizio in trifase sulla linea del Fréjus si utilizzarono inizialmente le E.550 (il cosiddetto “Mulo dei Giovi”), macchine a cinque assi accoppiati (rodiggio E) mediante una biella triangolare, potenza 1.500 Kw, costruite a partire dal 1908 sotto la direzione dell’ingegnere ungherese Kalman Kando; tali macchine rivoluzionarono il servizio: la massa trainata aumentò considerevolmente, anche in funzione del fatto che potevano essere impiegate in doppia trazione simmetrica (per via della debolezza dei ganci del tempo) senza le limitazioni riscontrate con le macchine a vapore precedentemente impiegate. Nel tratto pressoché pianeggiante tra Torino e Bussoleno si utilizzarono per diverso tempo le E.331, macchine con rodiggio 2C2 che con i loro 100 Km/h di velocità massima (il doppio delle E.550) ed una potenza di 2.000 Kw, si adattavano meglio alle caratteristiche di quella tratta; a Bussoleno avveniva il cambio trazione con una E.550, la cui potenza poteva meglio essere sfruttata sulle rampe rispetto alla tratta in piano. In seguito prestarono anche servizio le E.551, costruite fra il 1921 e il 1925, che costituivano una versione potenziata delle E.550; con i loro 2.000 Kw di potenza in alcuni casi avevano eliminato le triple trazioni. Anche le E.552, caratteristiche per la disposizione ad un’estremità della cabina di guida, operarono sulla ferrovia del Fréjus, ma vennero poi trasferite al porto di Genova per effettuare manovre a causa della scarsa potenza, non adatta alle rampe della linea. Altri gruppi di macchine trifasi che circolarono sulla Torino - Modane furono le E.331 e le E.333, sostituite successivamente dalle E.431, macchine veloci utilizzate per il traino di treni passeggeri con rodiggio 1D1 e velocità di 100 Km/h, e dalle E.432, con stessi rodiggio e velocità, ma più potenti ed adatte al profilo di questa linea, oltre che a presentare migliorie tecniche quali le prese di corrente a pantografo e le bielle articolate “Bianchi”. Ricordiamo ancora le E.554 a cinque assi accoppiati, perfezionamento dei gruppi E.550 ed E.551, che si dimostrarono molto valide per l’esercizio su linee acclivi. Si può ancora segnalare, a titolo di curiosità, che sulla linea Torino - Modane furono sperimentate e collaudate le locomotive trifasi dei gruppi E.470, E.472 ed E.570, realizzate per la linea Roma - Sulmona, alimentata alla tensione di 10.000 V, 50 Hz (frequenza industriale); tali macchine, con prestazioni maggiori delle loro sorelle a frequenza ferroviaria, diedero ottimi risultati di esercizio, e potevano essere utilizzate anche sotto la normale linea a 16 e 2/3 Hz, seppure con prestazioni ridotte per via dell’alimentazione non conforme.

L’epoca della continua, fino ai giorni nostri

Dopo la conversione in corrente continua, sulla ferrovia Torino - Modane operarono macchine del gruppo E.626, sulle quali, nel primo anno, venne sostituito lo strisciante dei pantografi con uno più largo per captare la corrente dalla vecchia linea trifase, e fino a quando non si attuò l’avvicinamento dei due fili di contatto. Tali macchine furono impiegate sulla linea del Fréjus per svariati compiti, tra cui il servizio con treni pendolari reversibili (con locomotiva presenziata in spinta) sul tratto Bussoleno - Susa; furono loro affidati anche alcuni treni “navetta” per il trasporto auto fra Bardonecchia e Modane. In quest’ultima località le E.626, non attrezzate per la marcia sotto la tensione di 1.500 V delle S.N.C.F., si attestavano su un apposito binario elettrificato a 3.000 V.

Una E626 riparte verso Torino dopo aver lasciato alcuni carri vuoti in stazione di Condove.

Foto: Paolo Burdizzo - Maggio 1987.

 

Successivamente arrivarono anche le più versatili E.636, che hanno lavorato instancabilmente su questa ferrovia per molti anni, effettuando tutti i tipi di servizi spesso anche in doppia trazione, oppure in tripla trazione con una macchina in spinta nelle tratte con maggiore pendenza, ed anche in servizio promiscuo con macchine di altri gruppi.

Doppia trazione di E636 per questo treno di carri trasporto automobili, in arrivo a Bussoleno.

Foto: Paolo Burdizzo - Marzo 1991.

 

Nel 1965 riprese servizio presso il D.L. di Bussoleno la E.636.082, la cui parte elettrica fu profondamente rimaneggiata dalle Officine di Foligno; le modifiche consistevano nell’aggiunta di un reostato di frenatura da sperimentare in vista della realizzazione delle nuove E.444, e le acclività della linea furono il banco di prova ideale, dove tale installazione diede ottimi risultati.

E645.027, prima serie , con griglie di aerazione modificate, in arrivo a Bussoleno con un merci da Modane.

Foto: Gianni Margiotta - Febbraio 1991.

 

Alla fine degli anni ’60 giunsero sulla Torino-Modane le macchine dei gruppi E.645, di prima e seconda serie, ed E.646; queste locomotive, più potenti delle E.636, pur mantenendo lo stesso schema meccanico, presero in consegna tutti i treni più impegnativi, sia passeggeri che merci.

Locomotive E645 di prima e di seconda serie sostano affiancate nella rimessa locomotive FS di Modane.

Foto: Gianni Margiotta - Maggio 1988.

 

 

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